Progettazione impianti biogas

Un impianto di cogenerazione alimentato a biogas produce energia elettrica e termica a partire da materiali organici di natura vegetale, da reflui animali, da rifiuti organici (FORSU)

Quando si parla di centrali a Biogas, si sta parlando di energia rinnovabile, con un bassissimo impatto sull’ambiente, e di conseguenza sulla salute dei cittadini. Basti pensare che anche secondo il protocollo di Kyoto, è stato sancito che questo tipo di energia prodotta dagli impianti biogas non contribuisce all’aumento della CO2 in atmosfera, in quanto quella emessa dalla combustione equivale a quella che viene catturata e trasformata in ossigeno durante il ciclo di coltivazione delle colture vegetali da cui deriva il gas stesso.

Cosa sono

Un impianto di cogenerazione alimentato a biogas produce energia elettrica e termica a partire da materiali organici di natura vegetale, da reflui animali, da rifiuti organici (FORSU) e dalla depurazione delle acque. Un impianto a biogas ha dunque un duplice vantaggio:

  • da un lato produce energia in maniera più efficiente della tradizionale produzione separata di energia e calore;
  • dall’altro offre un modo per sfruttare economicamente materiali considerati “di scarto”.

Nel dettaglio, il biogas è un gas naturale costituito principalmente da metano e anidride carbonica, risultato dalla fermentazione anaerobica di biomasse di varia origine; le biomasse, invece sono “la parte biodegradabile dei prodotti residui provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze animali e vegetali) e dalla silvicoltura e da industrie connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani” (DLgs 387/03, art. 2, comma 1, lettera a).

Le principali tipologie di biomassa utilizzabili per la produzione di energia sono:

  • legna ottenuta dalle operazioni di cura e potatura dei boschi
  • residui dell’attività agricola (paglia, potature)
  • residui delle attività agroindustriali (scarti di frutta e verdura, noccioli)
  • reflui industriali, reflui civili, deiezioni animali, frazione organica dei rifiuti solidi organici (FORSU).

A cosa servono

Per comprendere cos’è e come funziona un impianto a biogas bisogna partire dal processo di trasformazione delle biomasse in biogas, ovvero la digestione anaerobica. Il funzionamento dettagliato di un impianto di cogenerazione a biogas varia naturalmente a seconda della sua tipologia. Le tipologie di impianti sono numerose e dipendono in primo luogo dal tipo di biomassa utilizzata. In generale, gli impianti a biogas utilizzano la digestione anaerobica per la produzione del biogas a partire dalle biomasse: grazie a enzimi e batteri specializzati, in un ambiente umido e privo di ossigeno (il DIGESTORE), la biomassa fermenta producendo biogas, costituito principalmente da metano e anidride carbonica.

Proseguendo nel processo di raffinazione del biogas è possibile ottenere tramite upgrading anche biometano, un gas molto puro equivalente al metano di origine fossile contenuto nel gas naturale, prodotto eliminando l’anidride carbonica e le altre sostanze dal biogas per lasciare solo metano di origine biologica.

Cosa cambia per l’azienda

Gli impianti biogas rappresentano una delle soluzioni tecnologicamente più avanzate a livello di economia circolare, in grado di generare vantaggi di carattere economico, ambientale e sociale per la comunità locale e nazionale, tra cui:

  • Valorizzazione dei materiali di scarto secondo un modello di economia circolare;
  • Riduzione delle emissioni di CO2;
  • Diminuzione delle esternalità sociali legate ai costi di smaltimento dei rifiuti organici;
  • Diversificazione del mix energetico e riduzione della dipendenza dall’uso di fonti fossili tradizionali provenienti da paesi esteri;
  • Creazione di attività economiche su scala locale in un’ottica di filiera;
  • Valore aggiunto alle filiere agricole ed agroindustriali;
  • Riduzione dell’uso di combustibili fossili in autotrazione.

Questi impianti di nuova generazione sono in grado di ridurre la maggior parte dei disagi e risolvere le principali problematiche di questa tecnologia, con un impatto minimo sul pianeta e le comunità locali. Ad esempio, evitano la produzione di odori sgradevoli grazie al confinamento delle biomasse e (soprattutto in caso di lavorazione di rifiuti) il trattamento dell’aria interna ai capannoni. Adottano soluzioni paesaggistiche volte a minimizzare l’impatto visivo circostante e utilizzano anche sistemi particolarmente automatizzati di lavorazione per consentire l’efficientamento dell’intero processo ed i rischi legati alla sicurezza sul lavoro.